Linfodrenaggio

Il linfodrenaggio è una tipologia di massaggio che ha lo scopo di drenare i liquidi in eccesso dalle zone periferiche del corpo. A seguito di alcune condizioni patologiche quali traumi, esiti di chirurgia oncologica, problematiche circolatorie e lipedema, la circolazione venosa e linfatica periferica può peggiorare, causando un accumulo di liquido interstiziale in diverse parti del corpo (principalmente arti inferiori e superiori). Le manovre linfodrenanti aiutano meccanicamente a rimuovere questi liquidi, oltre a stimolare il funzionamento del sistema linfatico stesso, garantendo un effetto duraturo nel tempo.

Il linfodrenaggio è utile in tutte le condizioni di stasi linfatica periferica:

– edemi conseguenti a traumi o chirurgie ortopediche (es. distorsioni)
– edemi dovuti a rimozione di linfonodi a seguito di chirurgia oncologica (es mastectomie, isterectomie)
– edemi secondari a cattiva circolazione arterio/venosa (insufficienza venosa cronica, diabete)
– patologie primarie del sistema linfatico
cattiva circolazione associata a deposito di grassi (lipedemi)
– gonfiore alle gambe durante la gravidanza

Linfodrenaggio

Il linfodrenaggio è una tipologia di massaggio che ha lo scopo di drenare i liquidi in eccesso dalle zone periferiche del corpo. A seguito di alcune condizioni patologiche quali traumi, esiti di chirurgia oncologica, problematiche circolatorie e lipedema, la circolazione venosa e linfatica periferica può peggiorare, causando un accumulo di liquido interstiziale in diverse parti del corpo (principalmente arti inferiori e superiori). Le manovre linfodrenanti aiutano meccanicamente a rimuovere questi liquidi, oltre a stimolare il funzionamento del sistema linfatico stesso, garantendo un effetto duraturo nel tempo.

Il linfodrenaggio è utile in tutte le condizioni di stasi linfatica periferica:

– edemi conseguenti a traumi o chirurgie ortopediche (es. distorsioni)
– edemi dovuti a rimozione di linfonodi a seguito di chirurgia oncologica (es mastectomie, isterectomie)
– edemi secondari a cattiva circolazione arterio/venosa (insufficienza venosa cronica, diabete)
– patologie primarie del sistema linfatico
cattiva circolazione associata a deposito di grassi (lipedemi)
– gonfiore alle gambe durante la gravidanza

A cosa serve il Linfodrenaggio

Il metodo Vodder di Linfodrenaggio Manuale nasce intorno agli anni Trenta, da una brillante intuizione di Emil Vodder un fisioterapista danese, che sostenuto dalla moglie e da medici fisiologi sempre più interessati agli effetti del metodo, ha dedicato gran parte della sua vita allo studio del sistema linfatico al fine di perfezionare la sua tecnica e dimostrarne la validità scientifica.
Il metodo che venne presentato per la prima volta a Parigi riscuotendo un notevole successo, (si parlò di un “metodo rivoluzionario per il trattamento della pelle”), apprezzato in prima istanza nell’ambito di tecniche estetiche, oggi gode di un riconoscimento ufficiale da parte di importanti Società Scientifiche di Flebolinfologia ed è indicato come terapia d’elezione (Golden Standard) nell’approccio fisioterapico di alcune patologie specifiche del sistema linfatico.

Il Linfodrenaggio manuale secondo il Dr. Vodder rappresenta la terapia d’elezione nell’approccio fisioterapico di Linfedemi primari e secondari, ma notevoli sono le indicazioni in cui il LDM può essere inserito come terapia associata/complementare a quella fisioterapica e/o farmacologica al fine di favorire una più rapida risoluzione della patologia o ridurne i sintomi correlati. Sempre maggiori sono le richieste di utilzzo di questa tecnica in particolare in caso di:

– Insufficienze venose (ulcere venose), vasculiti, claudicatio, flebostasi costituzionali, disturbi circolatori a carico del microcircolo, interventi di chirurgia vascolare (stripping, safenectomie)
– Traumi articolari e muscolari, distorsioni, lesioni tendinee, legamentose, esiti di fratture, interventi di endoprotesi, sindrome algodistrofica di Sudek, colpi di frusta, artrosi, discopatie, lombosciatalgie, cervicalgie, sindrome da conflitto a carico dell’articolazione scapolo-omerale
– Patologie reumatologiche, poliartriti, artrite reumatoide, morbo di Bechterew
– Infiammazioni croniche delle vie respiratorie: sinusite, raffreddore cronico, bronchite cronica e asmatica, otite e tonsilliti ricorrenti ( bambini “linfatici”)
– Acufeni, Labirintiti, Sindrome di Menière
– Patologie a carico del tessuto connettivo (sclerodermia, LES – lupus erythematosus) e del pannicolo adiposo (Lipedemi, lipoedemi localizzati, edema ciclico idiopatico, PEFS, cellulite)
– Patologie del SN centrale e periferico, commozione cerebrale, emicrania e cefalea, nevralgia del trigemino, paresi facciale, apoplessia, sclerosi multipla
– Distonie neurovegetative (Stipsi, stress, sindrome premestruale)
Inoltre, in ambito dermatologico il Ldm trova indicazione in esiti cicatriziali post interventi di chirurgia plastica o estetica (liposuzione, lifting, blefaroplastica, rinoplastica, cheloidi, innesti e trapianti di cute), dermatiti, eczemi, acne rosacea e vulgaris.

Come si svolge la seduta di linfodrenaggio?

Durante la prima seduta il fisioterapista valuta le caratteristiche dell’edema (localizzazione, entità, etc.) per stabilire le manovre più appropriate, che potrebbero interessare solo una parte del corpo (ad esempio, il braccio affetto in caso di mastectomia) o tutto il corpo, e che verranno impiegate ed eventualmente modificate nel corso delle sedute successive. Il terapista suggerisce anche eventuali applicazioni (bendaggio, pressoterapia, calze/tutori) che hanno lo scopo di migliorare i risultati e garantirne l’efficacia nel tempo.

Sono previste norme di preparazione?

Per garantire l’efficacia del trattamento, è necessario che la causa dell’edema sia appropriatamente diagnosticata dal medico competente (es: oncologo, angiologo, chirurgo vascolare), che potrà prescrivere il ciclo di linfodrenaggio più indicato (indicativamente 10 sedute, con cadenza variabile da tutti i giorni a una/due volte a settimana).
In ambito puramente fisioestetico ,invece, è necessario effettuare una prima consulenza valutativa con il fisioterapista.

Controindicazioni

Il trattamento, privo di effetti collaterali, è controindicato in presenza di scompenso cardiaco, infezioni e trombosi venose profonde in atto.

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